mercoledì 28 settembre 2011

Quale funzione deve avere oggi la politica in una democrazia?



Di

Antonino Costa.

Voglio iniziare questo mio breve con il testo di una canzone di Giorgio Gaber , che in prosa sintetizza in particolare uno dei fondamenti di qualsiasi democrazia, se tale vuole essere considerata.

La libertà

Giorgio Gaber

(1972)

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.

Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Da "Dialogo tra un impegnato e un non so"

Anche l’articolo 3 della costituzione ribadisce tale concetto ,inserendolo nella carta fondamentale della repubblica.

Articolo 3 della costituzione Italiana:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Questo articolo dal significato profondo stabilisce che il processo formativo che dovrebbe avere come esito la personalità di cittadini consapevoli, determinati a fare valere ad ogni livello dell’organizzazione sociale, e in ogni suo ambito , il principio per cui la libertà politica significa partecipare al governo della cosa pubblica, oppure non significa nulla.

Arrivati a questo punto potrei smettere di scrivere , ma ovviamente sull’argomento c’è ancora molto da dire.

Perché ritengo questo uno dei principi cardini della nostra convivenza democratica? Intanto vista l’attuale crisi economica , dai potenziali esiti nefasti, e l’incapacità da parte di tutte le forze politiche attualmente in campo di dare risposte credibili alla sua risoluzione , è ormai dimostrato che negli ultimi venti anni almeno, qualcosa non ha funzionato bene nella nostra democrazia, e oserei dire in tutte le democrazie occidentali. Sicuramente uno dei punti più disattesi in occidente è stata la reale partecipazione di tutti gli strati sociali al governo della cosa pubblica.

Vediamo perché!

Negli ultimi anni i redditi da lavoro sono scesi a favore dei redditi da capitale, c’è stata una redistribuzione dal basso verso l’alto .Uno studioso del dominio del denaro la sintetizza così : Una redistribuzione a spese di altre fonti di reddito realizzata mediante manipolazione di prezzi a scopi speculativi, salari in flessione, privatizzazione di prestazioni statali o sfruttamento internazionale.

I dati OCSE dicono per esempio che in Itali si è realizzata una forte differenza di reddito tra le classi più agiate del paese e quella dei lavoratori, in genere nelle classi medio basse.

Mentre chi era ricco agli inizi degli anni novanta ha visto i propri redditi crescere a dismisura, tanto che per esempio in Italia la redistribuzione del reddito è composta in questa misura: il 10% dei più ricchi posseggono il 50% del reddito nazionale ,(o della ricchezza) il 30% dei più disagiati hanno a disposizione il 10% della ricchezza nazionale , e la gran massa del 60% rimanente spetta il 40% del restante. Come si può notare la forbice tra i più agiati e i meno fortunati è molto ampia, e questo trend è in prosecuzione. Se la democrazia deve darsi come priorità la partecipazione alla gestione della cosa pubblica , negli ultimi anni ha clamorosamente fallito questo fine. Tutto questo crea risentimento ,in particolar modo adesso che nessuno può negare che la crisi è in atto, e rischia di diventare epocale , con relativo rischio delle democrazie occidentali, la cui politica di stampo “neoliberale” sta clamorosamente fallendo.

Il compito della politica :

Questa crisi che stiamo vivendo attesta che oggi la domanda politica da parte della società è enormemente cresciuta. La richiesta che si alza al cielo è di una politica diversa, una politica che sappia coniugare libertà e responsabilità, impegno ed etica, ma fondamentalmente c’è una forte richiesta di competenza , di capacità di affrontare i problemi reali che sono divenuti nel frattempo molto complessi . Capacità di delineare una nuova prospettiva e di indicare una nuova via per il futuro. La globalizzazione ci pone davanti nuove sfide, oggi non basta più sapere analizzare le cose vicine a noi, il nostro paese è inserito in un contesto diverso da quello di venti anni fa . Chi pensa alla politica in termini nostrani ha sbagliato campo, non è possibile progettare nulla senza la capacità di osservare il mondo intero. Il compito della politica è quello di sdoganare l’Italia dal suo provincialismo , e di portarsi fuori dalle attuali ideologie. Caduto il muro di Berlino, il capitalismo non ha avuto più un interlocutore capace di contenerne gli eccessi , il socialismo, vera barriera e cane da guardia al dilagare delle ricette capitaliste estreme ( Neoliberismo) , si è involuto, e la sinistra anziché continuare la sua opera , si è piegata alle politiche neoliberali, assimilandone la logica ideologica quasi si trattasse di una fede. In questo modo l'occidente in particolare ha allevato la sua crisi attuale. La mancanza di una visione alternativa sulle ricette economiche , ha reso il mondo intero fragile , in questo senso la sinistra non ha aiutato la parte più debole della società , e paradossalmente venendo meno al suo ruolo storico ha contribuito a quella che oggi possiamo definire “una crisi sistemica epocale”, contribuendo essa stessa alla sua realizzazione.

E' evidente che la partecipazione nella nostra democrazia con l'involuzione del sistema democratico stesso è paurosamente scesa . Intere categorie di lavoratori e cittadini sono rimasti nei fatti privi di rappresentanza ,le istanze sociali si sono indebolite , dando inizio ad una atomizzazione degli individui e degli stessi interessi sociali tale da prefigurare una futura perdita di coesione sociale.

Non è possibile immaginare un miglioramento dell’attuale stato della nostra democrazia ,con l’approfondirsi dell’attuale solco fra i più ricchi e i sempre più poveri (anche numericamente), e con la pretesa da parte del club Europa di applicare ricette recessive e di vera austerità. La vendita coatta di beni e servizi pubblici a prezzi di realizzo sarà il colpo finale alla possibilità che tutti i cittadini abbiano pari opportunità e possibilità di partecipare alla vita pubblica. Qualora la politica a cui va la responsabilità di averci condotto all’attuale crisi si ostini caparbiamente nel continuare con le solite trite ricette , i cittadini saranno obbligati a rivolgersi altrove .

Il compito primario della politica è quello di dare risposte alla società intera, ma il compito della sinistra è di essere vicina alle istanze dei più deboli, promuovendo e adoperandosi a perseguire una giustizia sociale che oggi è venuta meno, innescando paurosi squilibri che insieme ad altre cause sono all’origine dell’attuale crisi ,divenuta anche crisi di civiltà.

Antonino Costa.

Dal diario della grande crisi:



Di Antonino Costa

Ma il 1929 è forse tornato?

Voglio cominciare questo articolo ponendomi una domanda apparentemente provocatoria, per introdurre i lettori ad argomenti che in effetti sono piuttosto ostici. Ciò nonostante visto il marasma che è in corso e le ricadute immediate sulla nostra vita quotidiana non è possibile più eluderne la comprensione.

Per capire l’attuale crisi sarebbe necessario comprendere tutta una serie di meccanismi e funzioni della attività finanziaria nonché l’ideologia politica e teoria economica sottostante, che questo articolo sicuramente non potrà fare. Mi prefiggo di spiegarli man mano che procederò nel racconto di questa crisi.

Sia chiaro, io non sono un professore dell’università tal dei tali specializzato in economia , mi reputo piuttosto un ricercatore appassionato e indipendente, e soprattutto estremamente curioso. Questo mi ha consentito in quattro anni di continue ricerche nel campo economico di avere una visione abbastanza nitida di quello che ci aspetta. D’altronde se dovessimo aspettarci delle risposte dai così detti esperti , che pare non hanno previsto nulla ,anzi hanno sempre negato che ci troviamo in una situazione difficile ,(tranne certificarla a d avvenimenti resosi evidenti) , dovremmo aspettare ancora parecchio.

Non credo che sia necessario diventare esperti di meccanismi economico-finanziario per potere capire la nostra situazione e ciò che il futuro ci prepara, ma se vogliamo continuare a vivere in una democrazia , è necessario che i cittadini acquisiscano consapevolezza del modello politico-economico che è alla base della nostra convivenza comune ,e comincino a guardare fuori dalla propria finestra ,perché lo scenario o meglio il contesto in cui ci dobbiamo muovere è diventato improvvisamente il mondo intero. Chi crede ancora di doversi interessare soltanto delle cose che conosce ,perché ritenute vicine , dovrà ricredersi. Chi crede che il mondo economico e finanziario abbia scarsa o poca influenza sulla propria vita quotidiana, sbaglia! Esso è divenuto talmente pervasivo ed invasivo da condizionare ormai tutte le nostre scelte, e soprattutto ciò che ci attende nel futuro .

Ma cosa successe dunque in quella fatidica data del 1929?

Per conoscere veramente la storia dell’uomo e riuscire a legare tutti gli avvenimenti passati e recenti, è necessario conoscere la storia finanziaria-economica che si cela dietro a qualsiasi azione umana. Al di là dei grandi ideali che pure esistono ,ciò che spinge l’uomo all’azione è sempre e soltanto l’interesse , e allo stesso tempo è sempre l’interesse economico la causa dei propri disastri sociali. Tutte le guerre che si sono combattute in Europa nei secoli scorsi sono state mosse più dai grandi e piccoli interessi collettivi e personali che non dai grandi ideali , che anzi sovente vengono ritenuti velleitari e un po’ romantici, da chi tira le fila sostanziali della matassa.

Il 1929 fù un avvenimento che ancora oggi si ricorda come “annus orribilis” dell'economia. Infatti analogamente al nostro tempo in un contesto simile ,il sistema Anglo-Americano vero perno dell'economia capitalista mondiale andò in crisi. Anche in quel caso non si trattò di una semplice congiuntura negativa con relativa ripresa, ma a causa di tutta una serie di regole finanziarie dementi semplicemente il sistema esplose. Ci vollero comunque altri tre anni prima che fosse certificata definitivamente la crisi del sistema capitalistico di quel tempo . Mi è rimasta impressa la scena di quando il governo Americano nel 1932 , a causa dell'ortodossia monetaria ,(impossibilità di stampare moneta se non coperta da controvalore in oro)e dopo il fallimento reale di numerosi istituti di credito, incapaci di ridare il denaro ai loro correntisti, fece aprire tutte le cassette di sicurezza e confiscò l'oro dei cittadini. Ci volle una truculenta seconda guerra mondiale per risollevare le sorti della economia occidentale.

Nota:

Il bilancio della seconda guerra mondiale fu terrificante: 55 milioni di morti, di cui 40 nella sola Europa. Il bilancio è ancora più tragico se consideriamo che più della metà delle vittime era costituita da civili. Questa allarmante proporzione, mai verificatasi in precedenza, è connessa in parte all’adozione di nuova tecniche distruttive, soprattutto i bombardamenti aerei che colpivano indiscriminatamente obbiettivi militari e civili e in parte al carattere di guerra partigiana e di rivolta politica contro una diffusa barbaria assunta dal conflitto a ogni latitudine. Le perdite umane furono certamente il più grave danno provocato dalla seconda guerra mondiale, ma non l’unico.

Bene ,passati soltanto sessanta anni circa dagli accordi di Bretton Woods , con cui si sancivano alcune regole importanti per il controllo dell’ attività finanziaria ed economica ed ecco che la crisi si ripresenta analoga a quei fatidici anni trenta.

Gli accordi di Bretton Woods diedero la speranza di superare la sconfitta completa degli anni '30, periodo in cui il controllo del mercato dei cambi aveva minato il sistema di pagamenti internazionali su cui era basato il commercio mondiale.

In quel periodo, infatti, i governi avevano usato politiche di svalutazione per far crescere le esportazioni giocando sulla competitività del cambio, con lo scopo di ridurre il deficit della bilancia dei pagameni, causando, però, come effetti collaterali la caduta a picco delle entrate nazionali, la riduzione della domanda, un aumento esponenziale della disoccupazione ed un declino complessivo del commercio mondiale.

Gli scambi si ridussero a ristretti blocchi di monete (di gruppi di nazioni che usano la stessa valuta, come ad esempio il blocco della sterlina inglese nell'impero britannico). Questi blocchi ritardarono la circolazione di capitali e le opportunità di investimenti stranieri. Tuttavia, questa strategia, tesa ad aumentare i redditi dei singoli paesi nel breve periodo, provocò disastri nel medio e lungo periodo.

I concetti basilari da ricordare per capire la "grande depressione" sono due: 1. salari in ritardo rispetto alla crescita economica (la domanda non riusciva a tenere il passo dell'offerta); 2. sovrapproduzione e speculazione. Ora esula da questo articolo spiegare tutto ciò che avvenne in quel periodo, ma è interessante notare come ‘iper capitalismo , divenuto neoliberismo che prometteva di superare tutti i problemi economici e sociali, sia ricaduto ora come allora negli stessi problemi che causarono la crisi del 29 . Le cause sono essenzialmente gli enormi squilibri sociali, che il capitalismo non controllato riesce alla lunga a causare.

E’ da notare che anche adesso si sono verificate analogie con quanto accadde allora, i redditi da lavoro sono precipitati a favore delle rendite finanziarie, sfociata in vera e propria speculazione fine a se stessa. Dal denaro si ricava altro denaro senza che vi sia un processo di produzione di beni e servizi. Così come allora assistiamo a una costante caduta dei consumi, e non per mancanza di consumatori , ma perché questi non hanno redditi per coprire la produzione. E soprattutto si è verificato negli ultimi venti anni un processo redistributivo inverso : dal basso verso l’alto, cioè dalle classi medie e basse, verso le classi più agiate, che hanno visto crescere enormente il loro reddito. Ora è chiaro che esse non sono in grado di sostituirsi nel consumo ai larghi strati di popolazione a cui hanno sottratto reddito . Si tenga conto per esempio in Italia uno dei paesi dove la disparità sociale è cresciuta maggiormente in occidente, che il 10% dalla popolazione detiene il 50% della ricchezza nazionale , il 60% ne ha a disposizione il 40% e al restante 30% và il 10%.

A tale proposito riporto quanto segue:

Allarme disuguaglianza nei Paesi ricchi. A lanciarlo è l'Ocse, che questa settimana ha pubblicato un rapporto bomba su come la sperequazione dei redditi sta lacerando le democrazie occidentali. Il coefficiente Gini, che calcola le diseguaglianze, ci dice che dove queste sono maggiori è proprio nelle nazioni appartenenti al G8. In testa alla classifica troviamo gli Stati Uniti seguiti a ruota dall'Italia, il Regno Unito, la Spagna ed il Canada, a metà strada ci sono la Francia e la Germania, mentre i paesi 'virtuosi' sono Svezia e Danimarca. Dove poi negli ultimi trent'anni il solco tra il reddito del 10% dei più ricchi e quello del 10% dei più poveri è diventato un crepaccio profondissimo sono ancora Stati Uniti e Regno Unito.

Secondo Joseph Stiglitz oggi l'1% della popolazione americana detiene il 40% della ricchezza dell'intera nazione. Venticinque anni prima questa proporzione era rispettivamente 12 e 33%. In Italia sempre, nel 2011, il 10% delle famiglie più ricche detiene il 45% della ricchezza complessiva mentre un 50% delle famiglie ha accesso a solo il 10% del patrimonio della nazione.

Quale la causa? La sperequazione dei redditi prodotta dalla globalizzazione. Mentre negli ultimi dieci anni l'1% della popolazione ha visto i propri redditi gravitare del 18%, la classe media ha dovuto fare i conti con una contrazione dei salari. Il binomio democrazia-globalizzazione, dunque, non solo fa arricchire i ricchi ma causa l'impoverimento della classe media. Questo, ahimè, un fenomeno globale. Secondo i dati del Poverty Site, una think thank che studia la povertà nel mondo, negli ultimi dieci anni i quattro quinti dell'aumento della ricchezza sono finiti nelle tasche di chi aveva già redditi superiori alla media e i due quinti al 10% dei più ricchi. Il rimanente 90% della popolazione si è dovuto dividere le briciole. A livello globale, dunque, il 10% della popolazione, controlla il 32% della ricchezza mondiale mentre dieci anni fa ne possedeva il 26,5%. Come risolvere queste ingiustizie? L'Ocse suggerisce un rimedio vecchio come il mondo: la tassazione. Ed aggiunge che dove questa ha funzionato, e cioè nei Paesi scandinavi, c'e meno disuguaglianza che in quelli, come la Svizzera e gli Stati Uniti, dove il sistema di tassazione favorisce i ricchi. ( Fonte: www.caffe.ch)

La crisi che è in corso pur avendo nei meccanismi di fondo grandi analogie con quella del 29’ , promette di essere di una portata maggiore di allora. I numeri sono diversi: allora il mondo aveva una popolazione inferiore ai due miliardi di abitanti, mentre oggi sfiora i sette , esisteva una globalizzazione diversa da quella di oggi , e la popolazione era meno informata nel complesso delle cause che portarono loro la crisi economica. Se aggiungiamo che il sistema occidentale negli ultimi dieci anni in particolare, per consentire alle classi medie un livello paragonabile di consumo con gli anni in cui disponevano di maggiore reddito, ha provveduto ad indebitare il cittadino medio con meccanismi di credito che hanno dell’incredibile (particolarmente in America), ecco che la frittata è fatta! Siamo anche in presenza di uno squilibrio mondiale fra produttori e consumatori, assistiamo a nazioni che producono molto avvalendosi di un bassissimo costo del lavoro , come per esempio la Cina (produce molto ma consuma poco) e di nazioni che di fatto hanno svuotato le loro economie delocalizzandole come ormai è nei fatti la prima ex più grande economia del mondo gli USA , trasformatasi in consumatori a debito per i paesi produttori. In Europa assistiamo agli stessi problemi verificatosi in occidente e nel mondo: abbiamo una UE ripiegata su una ortodossia ideologica neoliberalista , una moneta unica ritagliata sui canoni Tedeschi , che di fatto favorisce lei e pochi altri, mentre la periferia Europea tra cui l’Italia è destinata a vedere franare la propria economia, senza che questo si traduca in vantaggio per le economie Europee come quella Tedesca. Se franano i debitori , le conseguenze si riverseranno sui creditori. Oggi esplodono i debiti pubblici nazionali (gli USA hanno un PIL di 14 trllioni e un debito di 14,7 trilioni di dollari) di fatto non più pagabile , come quello di tante altre democrazie occidentali .

Così come nel ventinove anche oggi sono gli squilibri socio economici ad innescare una crisi profonda, che porterà grandi cambiamenti di cui ancora oggi la grande maggioranza della popolazione non è consapevole. Non ultimo il cambiamento in prospettiva del modello socio economico attuale, non solo come si evidenzia il capitalismo non è più in grado di garantire la sopravvivenza della larghissima maggioranza della popolazione mondiale, ma è entrato in rotta di collisione con la sua stessa ideologia dogmatica : per continuare a crescere all’infinito si dovrebbero aumentare a dismisura i consumi, mentre già oggi agli attuali consumi ci vorrebbe un pianeta più grande del 30% rispetto quello attuale.

Bene penso che possa essere sufficiente quanto sopra esposto , nella prossima puntata entreremo più a fondo nei meccanismi finanziari e soprattutto politici che hanno consentito e determinato l’attuale crisi, e soprattutto parleremo dell’incapacità dell’attuale classe politica di prospettarci una strategia di uscita dalla stessa . Assistiamo invece analogamente ai primi anni venti all’adozione di misure di austerity che intensificheranno e approfondiranno il solco della crisi economica , producendo più squilibrio nel sistema ormai mondo in cui nel bene o nel male ci troviamo a vivere.

16 Settembre 2011.

giovedì 1 settembre 2011

La crisi e la sindrome di Cassandra.



È frequente l'attribuzione dell'appellativo "Cassandra" alle persone che pur annunciando eventi sfavorevoli giustamente previsti, non vengono credute, e viene detta "sindrome di Cassandra" la condizione di chi formula ipotesi pessimistiche ed è convinto di non poter fare nulla per evitare che si realizzino.

Voglio dedicare questo articolo a tutti coloro che pur nella consapevolezza di questa crisi finale del capitalismo, quando tentano di spiegarla magari alla loro cerchia di amici e conoscenti vengono trattati come la Cassandra della mitologia Greca.

Mi sembra opportuno quindi iniziare con la citazione di cui sopra.

Forse non tutti sanno chi era Cassandra: era la splendida figlia di Priamo re di Troia che aveva il dono della preveggenza ,ma a causa di un sortilegio non veniva creduta. Così quando mise in guardia i Troiani dell’inganno del cavallo di legno al cui interno c’erano nascosti i soldati Greci non venne semplicemente creduta,anzi venne tacciata di essere una persona pessimista e fastidiosa.

Cassandra aveva a cuore la salvezza della città di Troia ,e con la sua profezia voleva evitarne la distruzione e non certo passare per persona paranoica e pessimista. La storia raccontataci da Omero testimonia che Cassandra aveva ragione ed era sicuramente degna di ascolto,e non la persona fastidiosa la cui immagine si tramanda ancora ai giorni nostri.

Veniamo al nostro presente:

Quando mi capita di conoscere persone nuove ,i cui discorsi cadono sui tempi che stiamo vivendo e sulle emergenze finanziarie ed economiche che ormai si susseguono quotidianamente ,se queste persone sono totalmente all’oscuro dei meccanismi (ed è una condizione frequente) truffaldini del sistema finanziario capitalista attuale, tendono a chiudersi a riccio quando comincio a spiegargli alcuni meccanismi, e dopo un po’ noto che si infastidiscono,ed io per educazione comincio a cambiare discorso.

A volte mi trovo in qualche assemblea di partito ed esterno le mie convinzioni basate sui fatti e che a me paiono evidenti ,ma noto che queste persone preferiscono continuare a credere ad altro.

Sono convinte che il potere decisionale delle loro vite e il controllo della realtà dipende ancora in parte da loro stessi .Credono che le questioni della finanza in fondo non li riguardano più di tanto, e che invece siano loro che si stanno occupando delle cose concrete e vere, mentre quelli giocano una partita virtuale che non inciderà sulla loro esistenza.

Alle persone all’oscuro che si sono sempre informati sui mass media come le TV generaliste e i giornali di tendenza , non piace che qualcuno insinui loro il dubbio che siano stati semplicemente ingannati , che siano stati ammansiti per carpire il loro consenso e legittimazione per il proseguo di questo sistema truffaldino, che consente a pochi di appropriarsi di tutto senza che ci sia una qualche tipo di reazione degna di questo nome. Certo se l’inganno non fosse così raffinato oggi non saremmo a questo punto.

Alcune risposte e situazioni comuni:

Con l’ideologia capitalista neoliberista il sistema riesce a fare credere ai più di essersi liberati di qualunque istanza sociale e di qualunque responsabilità collettiva, di avere poco o nulla in comune con quelli uguali a lui, Ognuno è una specie di isola e tutti gli altri non sono altro che concorrenti per lo stesso premio: una vita agiata e priva di preoccupazioni . La cosa è sicuramente possibile basta volerlo , e se non ci riesci è solo per la tua pigrizia e indolenza, in fondo c’è abbondanza per tutti, basta avere la grinta giusta “sgomita datti da fare”!

La crisi? C’è adesso si vede ma è passeggera , “loro” dovranno fare per forza qualcosa non possono fare affondare la nave è anche interesse loro che le cose vadano per il verso giusto! Che diamine!

Tu(Cassandra) sei solo troppo pessimista, non può essere vero che le cose stiano come dici tu! Vedrai che adesso in qualche modo si aggiustano.

Per non parlare di alcuni (a dire la verità sempre meno) conoscenti che lavorano in qualche finanziaria, che vogliono infondere ottimismo anche a discapito di una realtà che comincia ad essere evidente anche alle teste di legno più stagionate.

Per loro la finanza è una benedizione (capisco l’evidente conflitto di interesse) è tutto quello che di negativo succede…non solo è passeggero, ma se succede a te è perché ti sei fatto male consigliare ,oppure se perdi ti dicono che l’investimento che hai fatto in fondo è quello che ha perso meno e pertanto è un buon investimento e” tiene meglio degli altri”

Poi qualcuno che conosco con cui ho già fatto molti ragionamenti anche con dimostrazioni evidenti che la realtà a cui crede è finta ,comunque vuole fare un investimento importante, tipo una casa vacanze in cui presto andrà a viverci, quando sarà in pensione, faccio presente che è una visione un pò azzardata vista la situazione e che non conviene esporsi .Mi sento dire appunto di essere una Cassandra che prevede solo situazioni pessimiste e che un amico non dovrebbe comportarsi così!

Alcune conclusioni:

Casa dire? Alle persone non piacciono le situazioni di conflitto! Vogliono essere rassicurate, vogliono pensare che quella normalità che credevano di conoscere semplicemente deve essere ripristinata. L’ansia del domani ,il futuro dei propri figli, il proprio futuro la propria pensione ,la sanità, i diritti acquisiti , il proprio benessere non deve essere messo in discussione. Tutto questo genera ansia, non si può dormire sonni tranquilli! Non vogliono sapere che c’è in corso una enorme guerra di classe dei più ricchi contro la classe media e medio bassa a cui viene chiesto di impoverirsi con il loro stesso consenso, e, di pagare il conto della crisi finanziaria da essi generata.

La gente non vuole neanche sapere che esistano ancora classi sociali , ormai siamo tutti sulla stessa barca! Ognuno crede di poter salire in alto basta trovare la situazione giusta.

Ecco! Cassandra dà fastidio , distrugge i sogni, ti vuole riportare a una realtà fastidiosa ma vera, in cui devi prendere provvedimenti…Ma quali? O no ancora la vecchia lotta di classe del vecchio e vetusto partito Comunista! Non è possibile ritornare a quella orribile visione di “tutti uguali” che lottiamo per vederci riconoscere i nostri diritti! I nostri diritti sono ormai un fatto e non li possono cancellare via semplicemente con un colpo di spugna! E poi insomma qualche ritocchino si può fare in fondo se siamo in questa situazione è un po’ anche colpa nostra , abbiamo preteso troppo! L’avete sentito di quel falso invalido che rubava la pensione? Per non parlare di quei fannulloni degli uffici pubblici, è colpa loro se siamo messi così!

I Greci? Ma tu pensa pretendevano di andare in pensione a 50 anni! Hanno gozzovigliato fino a ieri e oggi devono pagare! L’Europa unita? Meno male che siamo messi così sennò chissà cosa ne sarebbe stato di noi? Ah! Adesso l’Europa ci chiede di fare una manovra di aggiustamento con tagli lacrime e sangue? Eh, se lo dice l?Europa allora bisognerà adeguarsi (pensate lo afferma persino l’on. Bossi capo della lega Nord sino a ieri fiero condottiero di una presunta autonomia del Nord Padano, ma oggi si può cedere sovranità nazionale chissà come mai???).E poi vedrete che dopo questa manovra, e dopo che avremo “privatizzato” pardon “Liberalizzato “ quel che resta dei nostri beni e servizi pubblici , vedrete come torneremo a crescere economicamente. Vedrete quando tutti i beni di monopolio saranno in mano ai privati allora basta sprechi! Tutto comincerà a funzionare perfettamente, senno mica gliela pago l’acqua a quelli dell’acquedotto, piuttosto cambio gestore! E la ferrovia? E’ meglio privatizzarla così finalmente potremo viaggiare su vagoni puliti, e treni che arrivano puntuali che neanche nel ventennio erano così precisi. E poi cosa importa se tutti gli investimenti in infrastrutture li abbiamo fatti con i soldi delle nostre tasse (e quindi con il nostro lavoro collettivo)l’importante è che qualcuno li gestisca in maniera efficiente e che non mi costino

Che diamine basta con queste tasse! Peccato che continuiamo a pagarle senza che queste vadano a coprire i beni e servizi a cui crediamo che debbono servire.

E poi ci sono i Think Thank neoliberal (vedi Italia Futura di Montezemolo) che hanno già una ricetta pronta per uscire da questa situazione: regalare lo stato e tutti i beni a Loro , ai neocapitalisti ,loro sì che faranno funzionare le cose “nel nostro interesse” .

E pensare che con il referendum appena passato abbiamo sventato una remnumerazione del 7% annua obbligatoria a chi si comprava (a debito!) i nostri servizi pubblici, che poi avrebbe gestito nell’interesse della collettività….Ahh…ahhh..Ahhh…!

Ma come abbiamo fatto a finire in questa situazione?? Quanti operai, bidelli, o professori, o liberi professionisti (sempre comunque piccoli) o pensionati pensate abbiano ideato un piano così diabolico per farci scivolare in questa crisi??

Può darsi che inconsapevolmente vi abbiano contribuito, ma adesso? Forse è meglio non sapere dicono alcuni, è meglio non assumersi la responsabilità e aprire gli occhi dinanzi alla imminente catastrofe, è meglio fare finta di niente e tirare dritto! Quello che arriverà sarà! Vedremo! E’ meglio un sano fatalismo che farà dormire sonni tranquilli piuttosto della consapevolezza.

E per finire!!

Questo articolo lo dedico a tutte le Cassandre del mondo, che non resistono alla tentazione di spargere consapevolezza: continuate! Questo è il nostro destino! Dovrete fare come quel contadino che semina nella speranza che nascerà una piantina verde da cui si potranno raccogliere dei frutti.

Nella speranza di non essere come Cassandra che pur prevedendo correttamente non veniva poi creduta.

E come dice qualcuno:

Loro non si arrenderanno Mai! (Ma gli conviene?) Noi neppure (non ci conviene!).

Antonino Costa. 1 settembre 2011