mercoledì 28 settembre 2011

Quale funzione deve avere oggi la politica in una democrazia?



Di

Antonino Costa.

Voglio iniziare questo mio breve con il testo di una canzone di Giorgio Gaber , che in prosa sintetizza in particolare uno dei fondamenti di qualsiasi democrazia, se tale vuole essere considerata.

La libertà

Giorgio Gaber

(1972)

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.

Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Da "Dialogo tra un impegnato e un non so"

Anche l’articolo 3 della costituzione ribadisce tale concetto ,inserendolo nella carta fondamentale della repubblica.

Articolo 3 della costituzione Italiana:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Questo articolo dal significato profondo stabilisce che il processo formativo che dovrebbe avere come esito la personalità di cittadini consapevoli, determinati a fare valere ad ogni livello dell’organizzazione sociale, e in ogni suo ambito , il principio per cui la libertà politica significa partecipare al governo della cosa pubblica, oppure non significa nulla.

Arrivati a questo punto potrei smettere di scrivere , ma ovviamente sull’argomento c’è ancora molto da dire.

Perché ritengo questo uno dei principi cardini della nostra convivenza democratica? Intanto vista l’attuale crisi economica , dai potenziali esiti nefasti, e l’incapacità da parte di tutte le forze politiche attualmente in campo di dare risposte credibili alla sua risoluzione , è ormai dimostrato che negli ultimi venti anni almeno, qualcosa non ha funzionato bene nella nostra democrazia, e oserei dire in tutte le democrazie occidentali. Sicuramente uno dei punti più disattesi in occidente è stata la reale partecipazione di tutti gli strati sociali al governo della cosa pubblica.

Vediamo perché!

Negli ultimi anni i redditi da lavoro sono scesi a favore dei redditi da capitale, c’è stata una redistribuzione dal basso verso l’alto .Uno studioso del dominio del denaro la sintetizza così : Una redistribuzione a spese di altre fonti di reddito realizzata mediante manipolazione di prezzi a scopi speculativi, salari in flessione, privatizzazione di prestazioni statali o sfruttamento internazionale.

I dati OCSE dicono per esempio che in Itali si è realizzata una forte differenza di reddito tra le classi più agiate del paese e quella dei lavoratori, in genere nelle classi medio basse.

Mentre chi era ricco agli inizi degli anni novanta ha visto i propri redditi crescere a dismisura, tanto che per esempio in Italia la redistribuzione del reddito è composta in questa misura: il 10% dei più ricchi posseggono il 50% del reddito nazionale ,(o della ricchezza) il 30% dei più disagiati hanno a disposizione il 10% della ricchezza nazionale , e la gran massa del 60% rimanente spetta il 40% del restante. Come si può notare la forbice tra i più agiati e i meno fortunati è molto ampia, e questo trend è in prosecuzione. Se la democrazia deve darsi come priorità la partecipazione alla gestione della cosa pubblica , negli ultimi anni ha clamorosamente fallito questo fine. Tutto questo crea risentimento ,in particolar modo adesso che nessuno può negare che la crisi è in atto, e rischia di diventare epocale , con relativo rischio delle democrazie occidentali, la cui politica di stampo “neoliberale” sta clamorosamente fallendo.

Il compito della politica :

Questa crisi che stiamo vivendo attesta che oggi la domanda politica da parte della società è enormemente cresciuta. La richiesta che si alza al cielo è di una politica diversa, una politica che sappia coniugare libertà e responsabilità, impegno ed etica, ma fondamentalmente c’è una forte richiesta di competenza , di capacità di affrontare i problemi reali che sono divenuti nel frattempo molto complessi . Capacità di delineare una nuova prospettiva e di indicare una nuova via per il futuro. La globalizzazione ci pone davanti nuove sfide, oggi non basta più sapere analizzare le cose vicine a noi, il nostro paese è inserito in un contesto diverso da quello di venti anni fa . Chi pensa alla politica in termini nostrani ha sbagliato campo, non è possibile progettare nulla senza la capacità di osservare il mondo intero. Il compito della politica è quello di sdoganare l’Italia dal suo provincialismo , e di portarsi fuori dalle attuali ideologie. Caduto il muro di Berlino, il capitalismo non ha avuto più un interlocutore capace di contenerne gli eccessi , il socialismo, vera barriera e cane da guardia al dilagare delle ricette capitaliste estreme ( Neoliberismo) , si è involuto, e la sinistra anziché continuare la sua opera , si è piegata alle politiche neoliberali, assimilandone la logica ideologica quasi si trattasse di una fede. In questo modo l'occidente in particolare ha allevato la sua crisi attuale. La mancanza di una visione alternativa sulle ricette economiche , ha reso il mondo intero fragile , in questo senso la sinistra non ha aiutato la parte più debole della società , e paradossalmente venendo meno al suo ruolo storico ha contribuito a quella che oggi possiamo definire “una crisi sistemica epocale”, contribuendo essa stessa alla sua realizzazione.

E' evidente che la partecipazione nella nostra democrazia con l'involuzione del sistema democratico stesso è paurosamente scesa . Intere categorie di lavoratori e cittadini sono rimasti nei fatti privi di rappresentanza ,le istanze sociali si sono indebolite , dando inizio ad una atomizzazione degli individui e degli stessi interessi sociali tale da prefigurare una futura perdita di coesione sociale.

Non è possibile immaginare un miglioramento dell’attuale stato della nostra democrazia ,con l’approfondirsi dell’attuale solco fra i più ricchi e i sempre più poveri (anche numericamente), e con la pretesa da parte del club Europa di applicare ricette recessive e di vera austerità. La vendita coatta di beni e servizi pubblici a prezzi di realizzo sarà il colpo finale alla possibilità che tutti i cittadini abbiano pari opportunità e possibilità di partecipare alla vita pubblica. Qualora la politica a cui va la responsabilità di averci condotto all’attuale crisi si ostini caparbiamente nel continuare con le solite trite ricette , i cittadini saranno obbligati a rivolgersi altrove .

Il compito primario della politica è quello di dare risposte alla società intera, ma il compito della sinistra è di essere vicina alle istanze dei più deboli, promuovendo e adoperandosi a perseguire una giustizia sociale che oggi è venuta meno, innescando paurosi squilibri che insieme ad altre cause sono all’origine dell’attuale crisi ,divenuta anche crisi di civiltà.

Antonino Costa.

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