Antonino Costa
L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori
L'articolo
18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970, n. 300)
afferma che il licenziamento è valido solo se avviene per giusta
causa o giustificato motivo.
In assenza
di questi presupposti, il giudice dichiara l'illegittimità dell'atto e ordina
la reintegrazione del ricorrente nel posto di lavoro. La reintegrazione
deve avvenire riammettendo il dipendente nel medesimo posto che occupava prima
del licenziamento, salva la possibilità di procedere al trasferimento in un
secondo momento, se ricorrono apprezzabili esigenze tecnico-organizzative o in
caso di soppressione dell’unità produttiva cui era addetto il lavoratore
licenziato. In alternativa, il dipendente può accettare un'indennità
pari a 15 mensilità dell'ultimo stipendio, o un'indennità crescente con
l'anzianità di servizio.
Facciamo un
po’ di ironia:
Chi sarebbe
disposto ad affermare che il principio annunciato nell’articolo 18 è fondamentalmente
sbagliato?
Certo è
sbagliato se volessimo considerare i lavoratori delle non persone ; perché delle non persone dovrebbero avere diritti? Se
l’economia con visione neo-liberista considera soltanto la libertà e i diritti dei
capitalisti come quelli tutelabili , si può capire
allora che i diritti dei lavoratori intesi come strumenti (utensili che vengono
usati per produrre), devono essere rimessi al servizio dei capitalisti .
Quello che è
importante notare è il contesto in cui avviene questa discussione, si vuole
riformare lo statuto dei lavoratori per adattarlo alla visione neo-liberista di
V. Hayek , perché questa è la visione della classe dominante, ed è proprio
questa visione che li legittima e che gli consente di trarre il massimo
profitto dalla loro posizione dominante.
Allora
questa visione deve essere imposta in tutti i modi possibili, anche sapendo che
è scientificamente un fallimento sociale ed economico , esattamente come in un
contesto Teocratico fondamentalista (vedi repubblica Islamica Iraniana) , ma
consente a loro di autoassolversi dai ripetuti fallimenti che sono sotto gli
occhi di tutti, consentendo inoltre di allungare ancora un po’ l’inevitabile
caduta , facendo ricadere le responsabilità e i costi sulle classi sub-alterne.
Ecco che
l’articolo 18 diventa un totem da abbattere, dicendo che è a causa di esso che
l’imprenditore non è in grado di assumere più lavoratori (pardon più macchine
utensili) , che se fosse in grado di licenziarli quando e come vorrebbe allora
si che la nostra economia crescerebbe a ritmi sostenuti. Ma pensate si
potrebbero creare più posti di lavoro licenziando liberamente i lavoratori
(pardon; le non persone) . La cosa strana è che l’Italia nonostante questo
imbarazzante articolo è stata fino ad oggi nel club dei paesi più sviluppati
del pianeta, oggi che siamo in caduta libera , per riconquistarci le posizioni
perdute dobbiamo rendere non persone questa pletora di popolazione , che
pensate un po’ osa pensare a un lavoro stabile e dignitoso. Mah questi
bamboccioni, dicono dalla casta dei potenti protetti e super raccomandati , non
vogliono proprio fare sacrifici! Come osano pensare che devono avere un lavoro
dove essere anche dei cittadini con le loro dignità! Ma che Noia, questa trita tiritera, devono
capire che oggi l’economia globalizzata voluta e gestita dai capitalisti
neo-liberali (viva la libertà! Ovviamente la loro) richiede gente disposta a
lavorare quasi gratis per almeno 16 ore al giorno , magari dormendo
direttamente in fabbrica, e se poi non dovessero servire più allora li licenzi
come ti pare e piace .
Poco importa
se tutto questo ridurrà i redditi da lavoro a pura testimonianza del tempo che
fu, l’importante che loro possano sopravvivere anche calpestando i cadaveri
(metaforici ovviamente) delle persone cadute sotto i colpi del fondamentalismo
teocratico neo-liberista suicida. I redditi da lavoro danno fastidio se vengono
redistribuiti agli altri, che diamine, loro sono la razza eletta e gli altri
sono i paria.
Oggi non ci
sono più le classi sociali , tutt’al più esistono categorie di cittadini di
estrazione medio bassa che si fanno la guerra fra loro, ingrassando ancora
meglio i capitalisti finanziari, e contribuendo con la loro apatia alla
dittatura dei mercati manipolati , che non trovano nessun tipo di ostacolo al
loro cammino; La lotta di classe è stata
sostituita dalla lotta di categoria. Il
potere non processa mai se stesso. E' indifferente alla realtà delle cose. Se
la realtà non corrisponde alla sua visione, è la realtà che sbaglia.
L’articolo 18 è un problema soltanto per i
capitalisti, che nutrono un profondo disprezzo per le classi sub alterne…..
Svegliatevi la lotta di classe è già in atto!…. Solo
che attualmente è rovesciata, i ricchi sono all’attacco dei poveri che grazie
alle conquiste sociali del secolo scorso non sono ancora sfruttabili come
piacerebbe a loro, quindi….Via questi scomodi diritti…..
Antonino Costa. 7 feb. 2012
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