martedì 7 febbraio 2012

Il Totem dell'articolo 18.


     Antonino Costa
                                                      
L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori
L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970, n. 300) afferma che il licenziamento è valido solo se avviene per giusta causa o giustificato motivo.
In assenza di questi presupposti, il giudice dichiara l'illegittimità dell'atto e ordina la reintegrazione del ricorrente nel posto di lavoro. La reintegrazione deve avvenire riammettendo il dipendente nel medesimo posto che occupava prima del licenziamento, salva la possibilità di procedere al trasferimento in un secondo momento, se ricorrono apprezzabili esigenze tecnico-organizzative o in caso di soppressione dell’unità produttiva cui era addetto il lavoratore licenziato. In alternativa, il dipendente può accettare un'indennità pari a 15 mensilità dell'ultimo stipendio, o un'indennità crescente con l'anzianità di servizio.

Facciamo un po’ di ironia:
Chi sarebbe disposto ad affermare che il principio annunciato nell’articolo 18 è fondamentalmente sbagliato?
Certo è sbagliato se volessimo considerare i lavoratori delle non persone ; perché delle non persone dovrebbero avere diritti? Se l’economia con visione neo-liberista considera soltanto la libertà e i diritti dei capitalisti  come quelli tutelabili , si può capire allora che i diritti dei lavoratori intesi come strumenti (utensili che vengono usati per produrre), devono essere rimessi al servizio dei capitalisti .
Quello che è importante notare è il contesto in cui avviene questa discussione, si vuole riformare lo statuto dei lavoratori per adattarlo alla visione neo-liberista di V. Hayek , perché questa è la visione della classe dominante, ed è proprio questa visione che li legittima e che gli consente di trarre il massimo profitto dalla loro posizione dominante.
Allora questa visione deve essere imposta in tutti i modi possibili, anche sapendo che è scientificamente un fallimento sociale ed economico , esattamente come in un contesto Teocratico fondamentalista (vedi repubblica Islamica Iraniana) , ma consente a loro di autoassolversi dai ripetuti fallimenti che sono sotto gli occhi di tutti, consentendo inoltre di allungare ancora un po’ l’inevitabile caduta , facendo ricadere le responsabilità e i costi sulle classi sub-alterne.
Ecco che l’articolo 18 diventa un totem da abbattere, dicendo che è a causa di esso che l’imprenditore non è in grado di assumere più lavoratori (pardon più macchine utensili) , che se fosse in grado di licenziarli quando e come vorrebbe allora si che la nostra economia crescerebbe a ritmi sostenuti. Ma pensate si potrebbero creare più posti di lavoro licenziando liberamente i lavoratori (pardon; le non persone) . La cosa strana è che l’Italia nonostante questo imbarazzante articolo è stata fino ad oggi nel club dei paesi più sviluppati del pianeta, oggi che siamo in caduta libera , per riconquistarci le posizioni perdute dobbiamo rendere non persone questa pletora di popolazione , che pensate un po’ osa pensare a un lavoro stabile e dignitoso. Mah questi bamboccioni, dicono dalla casta dei potenti protetti e super raccomandati , non vogliono proprio fare sacrifici! Come osano pensare che devono avere un lavoro dove essere anche dei cittadini con le loro dignità! Ma che Noia, questa trita tiritera, devono capire che oggi l’economia globalizzata voluta e gestita dai capitalisti neo-liberali (viva la libertà! Ovviamente la loro) richiede gente disposta a lavorare quasi gratis per almeno 16 ore al giorno , magari dormendo direttamente in fabbrica, e se poi non dovessero servire più allora li licenzi come ti pare e piace .
Poco importa se tutto questo ridurrà i redditi da lavoro a pura testimonianza del tempo che fu, l’importante che loro possano sopravvivere anche calpestando i cadaveri (metaforici ovviamente) delle persone cadute sotto i colpi del fondamentalismo teocratico neo-liberista suicida. I redditi da lavoro danno fastidio se vengono redistribuiti agli altri, che diamine, loro sono la razza eletta e gli altri sono i paria.
Oggi non ci sono più le classi sociali , tutt’al più esistono categorie di cittadini di estrazione medio bassa che si fanno la guerra fra loro, ingrassando ancora meglio i capitalisti finanziari, e contribuendo con la loro apatia alla dittatura dei mercati manipolati , che non trovano nessun tipo di ostacolo al loro cammino; La lotta di classe è stata sostituita dalla lotta di categoria. Il potere non processa mai se stesso. E' indifferente alla realtà delle cose. Se la realtà non corrisponde alla sua visione, è la realtà che sbaglia.
L’articolo 18 è un problema soltanto per i capitalisti, che nutrono un profondo disprezzo per le classi sub alterne…..
Svegliatevi la lotta di classe è già in atto!…. Solo che attualmente è rovesciata, i ricchi sono all’attacco dei poveri che grazie alle conquiste sociali del secolo scorso non sono ancora sfruttabili come piacerebbe a loro, quindi….Via questi scomodi diritti…..



Antonino Costa.                           7 feb. 2012

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