sabato 5 maggio 2012


La lunga attraversata del deserto della società occidentale.

Antonino Costa.

Premessa:
Parliamo ancora di crisi, argomento di cui dovremo occuparci assiduamente anche nei prossimi anni, e tentiamo di ampliare il nostro punto di vista , per  fornire altre chiavi di lettura sia sulle cause e sia sugli effetti  che la crisi economico sociale causerà inevitabilmente nella società occidentale in particolare nel lungo periodo.
 In questo pezzo mi voglio concentrare sugli aspetti culturali che insieme a quelli politici e ideologici sono all’origine degli attuali problemi sociali ed economici, che l’Occidente non si aspettava di dover fare fronte, da qui l’incapacità della politica di dare risposte alle questioni sollevate dalla crisi in atto.
Nei precedenti articoli sono giunto a raccontare la storia che ci ha condotto a questa crisi fino agli anni novanta del secolo scorso, adesso tento di raccontare quella degli ultimi venti anni , cioè dagli anni novanta fino ai giorni nostri. Lo farò sempre senza la presunzione di chi dice verità assolute, ma conservando il punto di vista del ricercatore curioso , che si pone molte domande a cui poi tenta di dare risposte.
Perché questo titolo?
Sono convinto che gli anni a venire saranno molto importanti, perché si determinerà da parte dell’occidente, e in particolare dell’Europa,  culla di tutte le teorie e visioni sia economiche che culturali della storia contemporanea mondiale , il tentativo di trovare una risposta e una nuova visione  a questa crisi sistemica. Questo periodo potrà essere molto lungo, diciamo forse dai 10 ai 15 anni, e nel frattempo l’Occidente dovrà attraversare una lunga fase di incertezze. Squilibri sociali e crisi di identità  politica e sociale,   disordini e focolai di rivolte , caos finanziario ed economico. Questi anni metteranno a dura prova le certezze e i sistemi democratici occidentali come non mai dalla loro nascita. Il binomio democrazia e liberalismo quale simbolo di crescita economica e civile sarà sollecitato come non è mai successo prima, addirittura la presunzione di superiorità morale delle democrazie occidentali rispetto ad altri tipi di regimi esistenti subirà un duro colpo, e in definitiva prima di approdare a una nuova rinascita di cui sono fermamente convinto che ci sarà ,dovremo attraversare un arido deserto in cui perderemo le nostre illusioni collettive, in primis le bislacche teorie economiche  con cui ci hanno indottrinati fino ad oggi.
Ma cosa è successo dagli anni novanta in poi alla nostra civiltà occidentale?
Il mondo fino a quegli anni era diviso essenzialmente in tre parti: Il primo mondo  era l’Occidente (America del nord, Europa, e paesi come il Giappone o l’Australia) ,che detenevano circa il 60% del P.I.L. mondiale pur essendo appena 600 Milioni su 4,5 miliardi, poi c’era il secondo mondo composto dai paesi gravitanti attorno all’unione Sovietica e l’Europa dell’est, più altri paesi filo comunisti compresa la Cina. Infine c’era il terzo mondo , insignificanti da un punto di vista economico, ma con popolazione numericamente  maggioritaria (Africa, America del Sud, e il sud est asiatico ). Infine arrivò la caduta del muro di Berlino , con conseguente sfarinamento del blocco filo Comunista Sovietico . In tutto questo cambiamento si inserisce il processo di globalizzazione dell’economia caldeggiato e promosso proprio dal ricco e opulento occidente del mondo .
Io non so cosa sia avvenuto negli altri paesi Europei, ma da noi in Italia si vive come se questi avvenimenti non fossero mai accaduti.  Parlando  occasionalmente con altre persone , a cominciare da coloro che in vari modi fanno politica attiva , appena accenno alle questioni internazionali o semplicemente a quelle Europee per spiegare fenomeni come l’attuale finanza, cominciano subito a guardarmi con un’aria interrogativa tale da farmi sembrare provenire da Urano. Quasi subito tentano di cambiare argomento, infilandosi dritti tra le mura domestiche, vogliono discutere soltanto dei problemi di casa nostra, come se questi non avessero nessuna attinenza con il contesto globale, ignorando di fatto tutta la storia di questi ultimi venti anni.
Mi sono chiesto perché tenessero un atteggiamento così infantile, come è possibile a dispetto della crisi che striamo vivendo che continuino ad ignorare perfino le direttive e le imposizioni Europee. La risposta  semplice soltanto in apparenza ,ha richiesto molto tempo prima di trovare una possibile risposta.  In parte questa risposta è già contenuta nei miei precedenti articoli e in parte cercherò di completarla con questo pezzo.
Io preferisco la verità dannosa all'errore utile.
Una verità dannosa è utile, perché può essere dannosa solo a momenti
e poi conduce ad altre verità, che devono diventare più utili,
sempre più utili. Viceversa un errore utile è dannoso,
poiché può essere utile solo per un momento e induce in altri errori,
che diventano sempre più dannosi

Wolfgang Goethe

  1. L’informazione propagandata dai mass-media occidentali e quelli Italiani  in particolare dagli anni novanta in poi, quando è cominciato il vero e proprio processo di globalizzazione è sempre stata attenta a non rilevare i grossi i problemi che questo assetto economico avrebbe creato alle nostre economie ed in definitiva alle nostre stesse democrazie,  si sono astenuti di raccontarci gli enormi squilibri che avemmo avuto ed abbiamo da una finanza deregolata, o meglio affatto regolata nell’economia globalizzata. Mentre si sono affrettati nel raccontarci la storiella che la globalizzazione dei mercati ci avrebbe offerto grandi vantaggi, e pertanto chi la criticava o vi si opponeva era ritenuto uno che si metteva contro il progresso e lo sviluppo della democrazia stessa. I movimenti no global degli anni novanta sono stati accusati di essere demagogici e visionari, mentre oggi è sotto gli occhi di tutti il risultato dei grandi strateghi economici e politici. Se il processo di globalizzazione fosse stato trasparente e condiviso, allora oggi non avremmo nulla da accusare tranne noi stessi per la cantonata che abbiamo preso, ma in questo modo è stato imposto con la truffa, e la manipolazione dell’opinione  pubblica , in quanto doveva servire agli interessi di pochissimi a scapito dei molti. E’ chiaro che si tratterà di un processo da rivedere interamente, organismi come WTO , o FMI e BM , che non hanno nulla di democratico ma sono interamente controllati dai soliti noti non dovranno più prendere decisioni al posto delle democrazie.
  2.  Sentite cosa diceva  F. Nietzsche a proposito della verità : Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità.  E la convinzione con cui ci hanno spinto verso questo baratro è l’ideologia neo-libale capitalista , di cui ricordo che Von Hayek è il padre fondatore, pure premiato con relativo premio Nobel. Oggi quei professori rappresentanti di prestigiose facoltà universitarie, che si ergevano in cattedra per spingerci verso la globalizzazione,  e alla apertura unilaterale dei nostri mercati  nazionali ,perché non ci spiegano il loro fallimento? E soprattutto perché non sono capaci di trovare rimedi al nostro rapido impoverimento? Al contrario come stanche figure di cera davanti a una realtà che li smentisce continuamente continuano a ripetere le loro trite ricette neo liberali basate su austerità e improbabili pareggi di bilancio . La BCE governata con teorie monetariste spacciate per verità scientifiche,  si pone il totem dell’inflazione anziché fare in modo che il denaro circoli nell’economia reale  , è tutta da rifare, e soprattutto deve passare al controllo dei popoli anziché del sistema finanziario privato.
  3. C’è poi un peccato originale che ha consentito che gli avvenimenti degli ultimi venti anni passassero inosservati sotto i nostri occhi: L’arrogante sicurezza e noncuranza del cittadino medio Europeo, che da qualche secolo a questa parte si considera al centro del mondo ,  e in particolare crede che il proprio paese sia il centro dell’Universo. Non si è accorto che la globalizzazione affatto democratica che si stava realizzando sotto i propri occhi lo avrebbe privato per sempre di questa sicurezza.  Dopo le lotte per i diritti degli anni settanta, e il raggiungimento di uno stato di benessere mai avuto prima, il cittadino medio dell’occidente democratico si è seduto sulle proprie effimere sicurezze, ritenendo che il proprio benessere e lo stato sociale raggiunto ,ormai fossero cosa acquisita e scontata. In questo senso ha smesso di occuparsi dei propri problemi sociali ed economici, delegando tutto ad altri  poteri (finanza in primis ), affidandosi a politici cialtroni e incompetenti, indaffarati soltanto ad arricchirsi ,che hanno  messo in scena una politica clientelare , ben foraggiata (a spese dei cittadini comuni) da quei poteri che oggi la fanno da padrone . Oggi l’Occidente non è più il centro del mondo, le nostre economie hanno il fiato corto, sono state delocalizzate da noi stessi in paesi dove il costo del lavoro e le condizioni finanziarie sono  più favorevoli che da noi perché non gravati da costi sociali , e soprattutto perché hanno continuato a trovare i loro mercati di sbocco nel ricco(ormai ex) Occidente, consentendo soltanto alla finanza e ai grandi capitalisti di accumulare enormi vantaggi economici , a spese dei loro popoli . Oggi colossi demografici come la Cina e l’India , ci hanno portato via quel primato economico che avevamo ancora venti anni fa. I nostri debiti non vengono più finanziati ad occhi chiusi come avveniva prima, e nel contempo le nostre collettività sono molto invecchiate e impoverite. Anche da un punto di vista culturale abbiamo smesso di primeggiare, sono appunto almeno venti anni che viviamo in un deserto culturale, appiattiti soltanto sulla ideologia neo-liberale, che si pone in definitiva di liquidare tutti i valori nazionali e democratici ,sostituendoli con un unico valore –Il profitto fine a se stesso e la mercificazione di qualsiasi cosa possa rendere denaro e potere.
  4. La crisi che è figlia di questo racconto si è presentata infine ai nostri occhi con tutta la sua crudezza, la finanziarizzazione dell’economia ci ha intrappolati in pratiche illusorie e virtuali, la disinformazione ha inebetito ai nostri popoli , che si ritrovano come colui che viene svegliato in piena notte e nel mezzo del sonno più profondo con una secchiata d’acqua gelata. Siamo costretti nostro malgrado a tornare in pista, a rifarci gli artigli sui campi di battaglia , ed a pensare nuovamente a quel futuro che credevamo ormai certo scontato e sereno.
Siamo costretti dagli avvenimenti a mettere in dubbio le nostre convinzioni e a guardare in faccia la nuova realtà che abbiamo di fronte, dobbiamo convincerci e in fretta che non siamo più il centro del mondo, ma che stiamo divenendone la periferia. Dobbiamo smettere anche di vivere economicamente in modo pericoloso, tenendo aperte le frontiere commerciali come se a beneficiarne siamo noi e non altri . Salire su un ring di boxe con le mani legate, nella convinzione di essere così forti da battere il nostro avversario anche senza mani è pura follia! Dobbiamo cominciare a mettere in dubbio non soltanto le teorie economiche , ma anche le stesse facoltà universitarie di economia , che anziché darci gli strumenti teoretici e pratici per porre argine al casino finanziario che hanno contribuito a costruire, persistono in consigli che a chiamarli truffa ideologica gli si fa un complimento.
Infine dobbiamo ritornare all’economia reale e disfarci di tutte quelle pratiche ingegneristiche finanziarie che hanno consentito alla finanza di essere quello che è diventata : Un mostro che divora se stessa e tutti noi . Inoltre la politica deve ritornare al centro , riappropriandosi del ruolo di guidare le nostre democrazie, rappresentando e permettendo la partecipazione democratica di tutti i cittadini . Ricordo che la Politica è il luogo della sintesi degli interessi generali di un popolo ,riunito attorno a valori condivisi.
5.     Nulla è più facile che illudersi, perché ciò che ogni uomo desidera, crede anche che sia vero. Demostene  
Questa citazione descrive bene il clima di illusione che ancora stiamo vivendo, e il lungo cammino che dobbiamo fare per trovare un nuovo equilibrio.
Andare oltre la democrazia.
E’ possibile andare oltre la democrazia? Io credo di no. La democrazia come regime di governo è l’unica che consente la libera partecipazione dei popoli al governo della cosa pubblica nei loro rispettivi paesi. La crisi che noi stessi abbiamo contribuito ad alimentare , non può essere risolta con il ritorno a pratiche dittatoriali , e di questo i popoli europei ne sono consapevoli, questa strada è già stata tentata e portò soltanto ad una grande guerra con molti milioni di morti, e sofferenze inenarrabili. I popoli del nord Africa , hanno potuto fare delle rivoluzioni contro i loro governi, perché erano governate da  despoti, ma noi possiamo rivoltarci contro la nostra stessa democrazia? Credo di si, quando questa diviene come ora semplice formalità. Dobbiamo richiedere e pretendere una qualità della democrazia nettamente superiore a quella attuale. Dobbiamo tornare ad avere mass media compresi i giornali, liberi da condizionamenti padronali, e  che finalmente spieghino all’opinione pubblica come stanno veramente le cose, svolgendo un vero servizio di pubblica utilità . Andare oltre la democrazia attuale significa pretendere reale partecipazione alle decisioni importanti per le nostre vite, e non come accade adesso che non ci è consentito proporre referendum su materie Europee e internazionali , e referendum su leggi propositive da parte dei cittadini. Andare oltre la democrazia significa avere il controllo delle proprie economie a cominciare dal sistema monetario e finanziario, per esempio con un sistema finanziario misto a prevalenza pubblico. Oggi il capitalismo ha smesso di funzionare perché ha smesso di redistribuire. Il capitalismo avido e miope pretende di incamerare tutti i profitti sul capo di pochi ,lasciando agli altri compresi gli stati soltanto le briciole, condannando le società e se stesso a una lenta e inevitabile agonia. Il prosciugamento dei redditi non consente più ai mercati di funzionare regolarmente, la mancanza di credito e gli interessi troppo elevati sui debiti ci ha condotti alla deflazione monetaria, che impedisce  la fattiva circolazione della moneta, arrestando di fatto l’economia. Andare oltre la democrazia significa non essere totalmente succubi dei mercati, i quali non sono affatto democratici, e poi non votano, e non sono certo la sintesi degli interessi generali di un popolo …tutt’altro, speriamo anche che non rappresentino i valori condivisi di qualcuno!  Andare oltre la democrazia significa riappropriarsi del proprio destino senza delegarlo al cialtrone di turno, occuparsi e preoccuparsi della cosa pubblica come fosse di nostra personale proprietà (come in effetti è ).
La verità vi renderà liberi.  (dal vangelo)
Purtroppo a dispetto degli insegnamenti di Gesù prima e della stessa chiesa poi il Cristianesimo si è allontanato dai precetti religiosi, ed oggi appare più come una confraternita di stampo capitalista che non come sede di fede e spiritualità. Ciò nonostante gli insegnamenti sono tutt’altra cosa , quando trovano reale applicazione e rispetto.
Infine andare oltre la Democrazia significa fare diventare normalità la costituzione e le sue leggi, fare divenire normalità la partecipazione del popolo alle decisioni importanti , che non sono soltanto quelle interne al paese ma investono ormai anche l’aspetto internazionale ed Europeo.
Andare oltre la democrazia significa consentire che sia il popolo a determinarsi e non come sta accadendo adesso che è la finanza e il capitalismo a dettare le regole del gioco, pretendendo di fare l’interesse generale e sostituendosi alla normale rappresentanza regolarmente eletta.

Piccolo spunto di verità sull’Europa del perché non è possibile avviare programmi di crescita economica.
L’Europa è un caso esemplare: il continente attira oggi l’attenzione di numerosi paesi, fra cui la Cina, alla ricerca delle più avanzate tecnologie. Perché proprio l’Europa? Per due ragioni fondamentali: essa riunisce ad un tempo imprese di punta, relativamente poco protette e molto segmentate, poste in una condizione di fortissima concorrenza da un liberismo unico al mondo (assenza di coordinazione industriale europea, apertura quasi completa dei mercati, circolazione dei beni e delle persone senza un effettiva omogeneizzazione politica preliminare fra i differenti Stati, fratture politiche interne). Parallelamente, la zona dell’Europa orientale può offrire sviluppi potenziali, connessi secondo alcuni alle zone mediterranee, un orizzonte strategico. Storicamente i paesi europei, invece di sviluppare i paesi confinanti continentali, che comprendono l’Europa dell’est tanto quanto il Vicino oriente, sono stati portati progressivamente, come si è visto, a scegliere ormai da trent’anni di focalizzarsi sulle delocalizzazioni in Asia. Oggi mentre noi investiamo via JV o altri GIE in Asia, la Cina arriva sui nostri mercati per diffondere i suoi prodotti, compresi quelli ad alta tecnologia e proporre in particolare il proprio aiuto ai paesi dell’antico blocco dell’Est.
Poco alla volta l’asse si decentra.
Questo piccolo brano chiarisce molto bene la follia a cui ci siamo incamminati.
Se non cambieremo le nostre regole non abbiamo scampo, saremo saccheggiati da tutti coloro che vorranno approfittare, fintanto che avremo svenduto tutto quello che ancora ci rimane. Quanto ancora di tutto questo potrà svolgersi nell'assoluta inconsapevolezza della società Europea? La crisi che questo processo folle ha messo in atto , ci costringerà nostro malgrado a perdere gran parte della colpevole o indotta indolenza apatica in cui siamo caduti nostro malgrado, perdendo nel contempo le nostre più profonde illusioni, ed infine ad attraversare per un lungo periodo il deserto che ci separa da un futuro e spero pacifico nuovo assetto sociale ed economico.
Antonino Costa                                                  30 aprile 2012

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